Venerdì 03 Marzo 2006
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"Due tragedie nel secolo dei totalitarismi"
"27 gennaio e 10 febbraio due date per non dimenticare la Shoah e le foibe"     sdfsdf

di AlbertoStramaccioni

Nelle settimane scorse si sono tenute a Todi (il 28 gennaio e il 18 febbraio), presso la Sala delle Pietre due manifestazioni, alle quali hanno partecipato gli studenti delle scuole medie superiori della città. Centinaia di giovani hanno preso parte alle celebrazioni della “giornata della memoria” per ricordare le vittime della Shoah e della “giornata del ricordo” per non dimenticare le migliaia di morti nelle “foibe”nei territori ai confini con la ex Jugoslavia. Due manifestazioni organizzate dall’Amministrazione Comunale alle quali oltre ad Alberto Stramaccioni hanno partecipato prima il giornalista Rai Roberto Olla e poi il rappresentante della Società di studi Fiumani Giovanni Stelli. Riportiamo di seguito alcuni stralci degli interventipronunciati da Alberto Stramaccioni nelle due manifestazioni.


1. Per non dimenticare le vittime della Shoah
…Nel luglio 2000 il Parlamento italiano con una apposita legge ha istituito il “Gorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti. All’art. 1 della legge è scritto che: “la Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, Giorno della Memoria, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”…
…La legge approvata da un larghissimo schieramento politico intende ricordare, soprattutto ai più giovani, la tragedia umana provocata dal totalitarismo nazista, messa in atto da Hitler per “purificare” l’Europa dalla razza ebraica. Il delirio hitleriano arrivava al punto tale che conversando con i suoi collaboratori il dittatore intendeva emulare gli americani che avevano “ripulito” le loro terre dalla presenza degli indiani. La tragica persecuzione degli ebrei con milioni di morti nei campi di sterminio che ancora oggi uno storico come David Irving intende negare (e per questo è in carcere in Austria), è iniziata fin dalla salita al potere del nazismo assumendo i caratteri sistematici dello sterminio a partire dal 1942. 
… In Italia nonostante la ridotta presenza delle Comunità ebraiche, non più di 50 mila cittadini, la persecuzione assunse ugualmente caratteri tragici, dopo l’approvazione delle leggi razziali nel 1938 e soprattutto con l’8 settembre del 1943, l’occupazione tedesca e la creazione della Repubblica Sociale Italiana. 
…Nell’ottobre 1943 infatti, 56 convogli carichi di ebrei erano già partiti dalla Francia e 13 dal Belgio. La destinazione di tutti era il campo di sterminio di Auschwitz in Polonia dove il regime nazista aveva sistemato impianti per l’assassinio di massa particolarmente sofisticati: a partire dal marzo 1942 erano state messe in funzione le camere a gas sistemate in due vecchie case agricole e dal marzo 1943 alcuni grandi “moderni” edifici, appositamente costruiti che comprendevano sia locali per asfissiare quotidianamente i deportati, sia crematori per bruciare i corpi. Ad Auschwitz (sottocampo di Birkenau) la morte a ciclo continuo raggiunse una spaventosa scala industriale, si calcola che tra la primavera del 1942 e la sospensione dei massacri nel novembre 1944, le vittime ebraiche furono circa un milione e centomila. 
…L’ultimo convoglio arrivato ad Auschwitz fu quello partito da Bolzano nell’ottobre 1944 e con esso si chiude la storia delle deportazioni degli ebrei dall’italia verso lo sterminio, ma non si conclude la triste storia delle deportazioni, poiché altre ve ne furono fino al febbraio del 1945, dirette verso il campo di concentramento di Ravensbrueck e Flossenburg geograficamente poste più lontano dalle linee dell’ avanzata sovietica, rispetto ad Auschwitz liberato il 27 gennaio del 1945. Il bilancio della politica antiebraica messa in atto in Italia risulterà essere di 6806 persone arrestate e deportate (di cui 5969 deceduti) e di 322 morti in patria per eccidi, maltrattamenti e suicidi.
2.Per ricordare le vittime delle Foibe
… Nel marzo 2004 il Parlamento italiano ha istituito con una apposita legge il “Giorno del Ricordo” in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale con la concessione di un riconiscimento ai congiunti delle vittime degli infoibati. All’art. 1 della legge si sostiene che “la Repubblica riconosce il 10 febbraio quale Giorno del Ricordo al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”. 
… Dopo cinquanta anni si è inteso ricordare quelle migliaia di vittime e oltre trecentomila fuoriusciti italiani in Venezia Giulia e Dalmazia dal 1943 al 1949 quando subirono la pulizia etnica per mano dei partigiani titini (nella forma terribile nota come “infoibamento”, dal latino “fovea” che significa “fossa”, sono delle voragini rocciose, a forma di imbuto rovesciato, create dall'erosione di corsi d'acqua, che possono raggiungere anche i 200 metri di profondità) e il forzato esodo dai territori occupati, subito dopo l'8 settembre. Fu una delle pagine più drammatiche della storia dell'Italia e si consumò tra Gorizia, Trieste e l'Istria. Secondo fonti storiche, il numero degli scomparsi è stato calcolato dalle 4 mila alle 6 mila persone, ma non tutte furono infoibate: una parte morì nei campi di prigionia, un'altra fucilata. Gli infoibamenti maggiori ebbero luogo in Istria, dopo l'8 settembre 1943, prima che arrivasse la Jugoslavia, quando l'allora Venezia Giulia, nel mese di ottobre, venne annessa al terzo Reich con il nome di Litorale Adriatico.
…Dall'8 settembre del 1943 fino a tutto il 1946, in Istria prima e poi nel territorio di Trieste e in gran parte della Venezia Giulia, i partigiani delle formazioni titine, (cui erano in qualche caso aggregate formazioni partigiane italiane), usavano le foibe per eliminare, gettandoveli dentro, i fascisti italiani, militari o civili che fossero, ma anche antifascisti non comunisti. L'eliminazione fisica ed il conseguente “infoibamento” in genere non avvenivano attraverso la sola fucilazione. Prima di essere gettati nelle fosse, infatti, gli uomini e le donne, condannati senza alcun processo, venivano evirati, stuprati, accecati e torturati.
…Intanto il 10 febbraio del 1947 venne firmato a Parigi il Trattato di pace tra gli Alleati e l'Italia, alla fine della seconda Guerra mondiale e proprio questa data simbolo è stata scelta per la giornata del ricordo. Il trattato sanciva la sconfitta della politica espansionistica voluta da Benito Mussolini, con clausole onerose che furono pagate dall'intera nazione italiana. Ma non tutti gli italiani pagarono allo stesso modo. Il maggior prezzo, a parte la cessione alla Francia di Briga e di Tenda, fu pagato dalle popolazioni italiane del confine orientale: quasi tutta la Venezia Giulia oltre al territorio di Zara, in Dalmazia, passarono in Jugoslavia, mentre Trieste, “Territorio Libero”, venne amministrata da un governo militare ad opera degli alleati anglo-americani.
…Le potenze vincitrici sancirono solamente il fatto compiuto, ovvero l'occupazione militare jugoslava di Fiume, di Zara e di gran parte dell'Istria. Tutto ciò provocò il più grande esodo mai avvenuto in quelle terre di frontiera, che pure avevano visto succedersi svariate dominazioni. Dalle 300 alle 350 mila persone preferirono la via dell'esilio. Il 20 marzo del 1947, con l'ultimo viaggio del piroscafo “Toscana”, si conclude l'esodo di circa 28 mila cittadini di Pola, in Istria. Quello fu infatti il giorno dell'ultima partenza da Pola verso l'Italia della motonave carica di profughi che secondo alcune proposte parlamentari poteva essere scelto come giorno del ricordo. Complessivamente, dall'Istria, da Fiume e da Zara fuggirono circa 300 mila persone e l'esodo continuò fino agli anni '50. La maggior parte degli esuli arrivarono in Italia e furono distribuiti in oltre 50 campi profughi.

 

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