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Venerdì 19 Marzo 2004
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"Stramaccioni: uniti nella diversità"
"La coalizione di centrosinistra verso il voto amministrativo del 12 giugno"   scscvse

di Alberto Stramaccioni

Riceviamo l''intervento che l''on. Alberto Stramaccioni ha tenuto il 16 marzo 2004 nel corso del Direttivo regionale dei Democratici di Sinistra dell''Umbria convocato per discutere “L''iniziativa dei Ds in Umbria in vista delle prossime elezioni amministrative del 12 giugno”. L''intervento, svolto a braccio e trascritto subito dopo essere stato pronunciato, risente naturalmente del clima delle riunione e delle polemiche sul cosiddetto “riequilibrio”, ma anche per questo ci sembra utile pubblicarlo. 





Intervengo a questo punto della discussione non tanto per la sollecitazione di Raffaelli che sottolineava come sino ad ora siano intervenuti solo i dirigenti di Orvieto e di Terni, quanto perché la questione con la quale oggi dobbiamo confrontarci è di primaria importanza per il futuro del partito dell''Umbria, non solo di Terni o Orvieto quindi, ma per la prospettiva stessa della coalizione di centrosinistra. 

E'' questa una questione che deve coinvolgere l''insieme del gruppo dirigente umbro, coscienti del particolare rilievo della decisione che dobbiamo assumere. 

Voglio innanzitutto sottolineare come stasera dopo mesi di conflitti, fibrillazioni nel partito e nalla coalizione siamo finalmente di fronte ad una proposta, ad una proposta dei Ds umbri per giungere ad un nuovo equilibrio della coalizione di centrosinistra in Umbria. Era questa un''esigenza avvertita da tempo per dare uno sbocco a due diverse questioni: da una parte si trattava e si tratta di affrontare il nodo del cosiddetto “riequilibrio”, aggiungerei di potere tra le forze politiche che compongono la maggioranza alla regione; e dall''altra di trovare un''intesa tra le diverse componenti di una composita e larga coalizione di centrosinistra che si deve presentare unita al voto del 13 giugno per la consultazione amministrativa alle Province e nei Comuni. 

Il segretario Bracco e Cabras della Direzione nazionale hanno presentato una proposta e sottolineo hanno presentato insieme una proposta che risponde a queste due diverse esigenze che sia detto senza polemica, andavano gestite contestualmente, se non nei tempi, quanto meno negli orientamenti e negli equilibri politici da conseguire. 

Ma tant''è. Si sono volute tenere separate le due questioni e questo ha prodotto come era facile prevedere fibrillazioni, conflitti, incertezze che potremmo pagare anche elettoralmente. 

Ora per venire al merito voglio dire subito che sono d''accordo con la proposta di nuovo equilibrio presentata, anche se naturalmente ci potevano essere altre ipotesi di accordo. 

Si è parlato a lungo di questo. Da mesi, e mi si permetta di dire che si è oscillato un po'' nelle prospettive da dare fin dalla Direzione dei Ds del 24 ottobre, quando si è detto che la Margherita era cresciuta ed aspirava legittimamente ad una maggiore rappresentanza politica istituzionale e di potere, anche se a mio avviso era già sovrarappresentata. Poi a dicembre si è cambiato atteggiamento attaccando la volontà di potere della Margherita, che, come ci ha spiegato Carnieri, punta a conquistare nel centrosinistra spazi di consenso e di potere in rappresentanza di ceti sociali tradizionalmente ostili alla sinistra. Ma sono costretti a collaborare con noi proprio perché è la sinistra che vince e che governa in Umbria. E questa è una prospettiva senza alternative, dato il peso scarsissimo del centrodestra e la sua possibilità di lavorare realisticamente per un cambiamento. Poi c''è da dire che non si è avuto il necessario equilibrio nel valutare che una componente fondamentale della coalizione è sicuramente la Margherita, ma ugualmente rilevante è il ruolo dello Sdi, di Rifondazione e delle altre componenti. Lo Sdi ha raccolto nelle ultime consultazioni amministrative un punto in meno del vecchio Partito Popolare, con percentuali significative a Perugia, Todi, Gubbio, Città di Castello, Assisi e come la Margherita è parte della lista Unitaria per Prodi alle Europee, così come lo è lo Sdi. Uguale discorso va fatto per Rifondazione senza il cui apporto è sempre bene ricordare, non si vince al primo turno in importantissimi comuni dell''Umbria da Perugia a Terni, a Foligno, Spoleto e il secondo turno, come tutti sappiamo, è una nuova elezione dagli esiti molto incerti. 

In generale quindi i Ds dovrebbero svolgere e devono assolvere ad un ruolo, come si dice di partito coalizionale, e come partito di maggioranza relativa devono sempre lavorare per tenere unita una coalizione così larga e composita che, come sempre ripetiamo ognuno di noi, con maggiore o minore enfasi, è originale in Umbria e più estesa che in altre realtà regionali anche a noi limitrofe. 

Detto questo comunque per tornare al merito della proposta, questa ha sicuramente l''obiettivo di tenere unita la coalizione con un punto di caduta sulla realtà orvietana, anche perché, proprio nella provincia di Terni lo squilibrio nella rappresentanza politico-istituzionale e di governo della Margherita è più forte che in qualunque altra realtà dell''Umbria. Compresa la provincia di Perugia dove non è ne prevedibile ne auspicabile un mutamento degli equilibri politico-istituzionali. Si potevano trovare altre soluzioni negli enti della stessa realtà provinciale ternana, ma come ci è stato detto dalla Direzione nazionale dei Ds e anche per altre ragioni, lo Sdi, unico caso in Italia è rappresentato con un presidente di Provincia proprio a Terni. 

Quindi con una certa brutalità, praticità o cinismo se volete, questo tipo di soluzione con l''impegno per la Margherita di esprimere il Sindaco di Orvieto, io lo considero semplicemente il male minore. Il male minore per come è stata gestita l''intera vicenda in questi mesi, da giugno a settembre dell''anno scorso e poi in questi ultimi tempi. Era naturale che si dovesse arrivare ad un punto di caduta. Il trascorrere del tempo è un giudice inesorabile e senza appello di fronte all''approssimarsi del voto del 13 giugno. Tra poco più di un mese e mezzo si dovranno presentare le liste ed era naturale l''esigenza di un''accelerazione e di un punto di caduta. D''altronde sapevamo tutti, e in questo senso ho ascoltato dotte riflessioni non certo del tutto condivisibili, che non si poteva riproporre l''accordo e l''equilibrio “sic et sempliciter” del 1999-2000. Lo ripeto per l''ennesima volta, con il minimo dei voti in quegli anni abbiamo conseguito il massimo del potere politico amministrativo e gestionale, come mai era successo prima per la sinistra dalla fine della guerra anche grazie al sistema elettorale affermatosi nel 1993. Quindi se quell''equilibrio non reggeva, tutti sapevano che si doveva in qualche modo trovare un nuovo punto di caduta per un nuovo equilibrio. E'' stato trovato ad Orvieto e comprendo le difficoltà che si presentano per realizzare questa prospettiva ad Orvieto così come hanno detto Ricci, Cimicchi e Pacioni, che hanno dimostrato tra l''altro senso di responsabilità e misura nei giudizi. Ma, come si è avuto il punto di caduta su Orvieto, si poteva avere su altri comuni o in altri enti per il modo un po'' ondivago con cui si è gestita la vicenda. L''indeterminazione, le oscillazioni che si sono avute nella condotta politica e nel definire i punti di un nuovo equilibrio avrebbero potuto produrre danni ben maggiori e peggiori. 

Certo non hanno aiutato, mi permetto di dire a Paolo Raffaelli con il quale ci conosciamo oramai da quasi trenta anni, anche alcune sue dichiarazioni del tipo “ se non c''è Andrea non c''è Paolo ” facendo riferimento al suo rapporto politico e personale con il presidente della Provincia di Terni Cavicchioli. 

Mi permetto inoltre di dire prima di concludere che questo tipo di nuovo equilibrio che prospettiamo non può essere presentato come ha detto Bracco come un sacrificio dei Ds o una fucilazione come ha detto Cimicchi. Non credo che queste debbano essere le letture della vicenda, tantomeno quelle da comunicare all''esterno proprio perché i Ds mantengono sostanzialmente inalterato il quadro di governo e di potere che avevano e quella della Margherita mi sembra una vera e propria vittoria di Pirro dopo tanti mesi di critiche alla supposta prepotenza dei Ds. Ma vedremo più avanti se la Margherita saprà gestire senza sconquassi interni questo accordo. 

Vorrei già oggi quasi dire, tanto rumore per nulla o poco più. E inoltre questo tipo di equilibrio potrebbe creare problemi seri al gruppo dirigente della Margherita in Umbria quando si tratterà di sviluppare e attuare l''accordo sia sul versante del riequilibrio regionale che su quello degli assetti per le elezioni amministrative. 

Concludo per davvero dicendo che con questa proposta si può arrivare ad un nuovo equilibrio nella coalizione e ad un buon risultato elettorale proprio nel momento in cui il centrodestra dimostra di non essere in alcun modo una possibile alternativa e forse mai come in questa tornata elettorale per ragioni umbre, locali, ma naturalmente anche per ragioni generali politiche, legate al fallimento del governo di centrodestra guidato da Silvio Berlusconi. 

L''importante quindi è che non ci facciamo del male da soli, un''attività nella quale abbiamo acquisito una certa professionalità. Purtroppo.

 

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